by Progetto CMR Massiomo Roj / Milan, Italy
Pelle di schegge
Schegge vetrate e cromie decise caratterizzano il progetto The Glass Building realizzato da Progetto CMR per Polis Fondi che, grazie ad un radicale intervento di riqualificazione, ha rinnovato l’immagine dell’edificio originario evidenziandone i tratti architettonici e trasformandone funzionalità, efficienza e caratteristiche estetiche.
L’intervento segue due direttrici principali: la completa riqualificazione dell’involucro esterno e la ristrutturazione degli spazi interni; l’obiettivo è quello di aumentare l’efficienza dell’edificio, costruito negli anni Sessanta, valorizzandolo e rispondendo al meglio alle nuove normative energetiche che permettono di classificarlo come green building. La necessità di rinnovare l’immagine del complesso e ottenere migliori prestazioni limitando al minimo l’impatto sul funzionamento dell’edificio stesso nel corso dei lavori, si sono trasformati in un’occasione per lavorare a livello formale sul legame tra l’edificio ed il contesto milanese: le finiture “rosso Milano”, intervallate da note grigio, e i tagli di luce che prendono origine dalla facciata, rivitalizzano non solo l’edificio, ma tutto il quartiere influendo sull’impatto estetico dell’intera area. Sviluppato su nove piani fuori terra e due piani interrati, l’edificio ha una pianta rettangolare ed è diviso in due ali simmetriche (adibite ad uffici) da un corpo centrale che ospita il connettivo verticale (scale, ascensori e montacarichi) e alcuni locali di servizio. La facciata esistente è stata completamente ripensata mediante l’applicazione, sulle parti cieche, di un cappotto di rivestimento estremamente performante e di nuovi serramenti a nastro con taglio termico e vetri ad elevata performance termica (W/mqK. 1,62). La facciata sud-ovest è protetta da una quinta di vetro, scomposta in schegge che si incastrano e si sovrappongono con un forte impatto architettonico e visivo: il concept dell’edificio ha infatti preso vita dalle suggestioni generate ricomponendo, in modo apparentemente casuale, i 12 frammenti di vetro ottenuti rompendo una lastra vetrata con un sasso. Le schegge, costituite da pannelli in vetro stratificato parzialmente serigrafato, con prestazioni selettive, creano una seconda pelle di tipo naturalmente ventilato. Al di là del loro valore estetico, infatti, le lastre vetrate di questa seconda pelle giocano un ruolo di primo piano che va oltre i contenuti formali e coinvolge la vivibilità stessa dell’edificio e il suo rapporto con l’ambiente esterno, permettendo un controllo dell’irraggiamento solare e degli scambi termici, isolamento acustico ed efficientamento energetico. Le sagome di vetro sono inoltre agganciate alla facciata tramite una struttura in acciaio staticamente semi-indipendente, corredata di griglie praticabili con funzione di frangisole e di percorso per la manutenzione. Lo spessore del rivestimento a cappotto (W/mqK. 0,20), realizzato con una speciale lana di vetro, e i serramenti performanti proteggono dalla trasmissione termica le pareti interne del fabbricato, conservando al contempo una massa interna che garantisce variazioni di temperatura minime anche al rapido variare dei carichi endogeni interni.
La forma originaria dell’edificio, rastremato alla base, favorisce l’innesco della ventilazione naturale attivata dalla colorazione scura del cappotto di rivestimento. L’esigua massa esterna pigmentata si scalda velocemente favorendo i moti convettivi ascensionali durante la fase estiva. Gli spazi interni sono stati ripensati per una migliore razionalità distributiva e un maggior comfort: l’atrio d’ingresso, anticipato dall’aggetto di una grande pensilina vetrata esterna, è stato ridisegnato riservando una particolare attenzione alla razionalità dei percorsi e all’accuratezza delle finiture e dei materiali, tra cui risalta la scelta del vetro che favorisce giochi di illuminazione e accesso alla luce naturale. Inoltre, nuovi corpi illuminanti a sospensione garantiscono un’illuminazione artificiale omogenea ed efficiente, sia con componente diretta che indiretta, controllata con un sistema automatico di spegnimento luci. L’originale scala ellittica che caratterizza l’edificio è rimasta invariata, mentre ogni piano è stato concepito come idealmente suddivisibile in due semipiani completamente indipendenti sia a livello di accessi che da un punto di vista ingegneristico. Gli obiettivi di razionalizzazione, ottimizzazione, flessibilità ed efficienza hanno infatti una predisposizione non solo di carattere funzionale, ma anche a livello impiantistico. Per garantire la corretta versatilità dell’edificio, gli impianti sono divisi per piani in modo da rendere autonoma la gestione in funzione degli orari di occupazione degli uffici, limitando cosi sensibilmente gli sprechi e incentivando un approccio sostenibile che non sia solo tecnico, ma anche culturale ed economico.
Project partner:
» Aghito Zambonini S.p.a